Aforismi di 4 uomini molto decisi!
post pubblicato in
diario, il 5 aprile 2010
Un medico, un imbianchino-pittore, un maestro-giornalista e un prete mancato che hanno deciso di mettere in secondo piano il loro lavoro, per diventare politici-rivoluzionari.
Che Guevara:
Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena di vivere.
Vale milioni di volte di più la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà dell’uomo più ricco della terra.
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Invece si vede che per altri la vita conta molto meno o perlomeno la valutazione è schizofrenica:
Un morto singolo è una tragedia, un milione di morti sono una statistica. (Stalin)
Il silenzio è una discussione portata avanti con altri mezzi. (CHE)
Le parole in determinati momenti possono essere dei fatti. (Mussolini)
La scrittura è l'ingegnere dell'anima. (Stalin: infatti rispetto agli altri parlava di meno.)
Siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. (CHE)
Chi non è pronto a morire per la sua fede non è degno di professarla. (Mussolini)
Infatti entrambi sono morti ammazzati. Hitler invece ha provveduto da solo.
Stalin è stato il più furbo di tutti: sembra morto di malattia quando ormai era vecchio.
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Hitler:
Al vincitore nessuno chiederà mai conto di quello che ha fatto.
La stragrande maggioranza di una nazione cadrà più facilmente vittima di una grossa menzogna che di una piccola.
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Mussolini:
Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano.
La geniale invenzione nasce sempre dall'uomo isolato, ma solo l'opera tenace di pazienti ricercatori con mezzi larghi e adatti può efficacemente svilupparla e utilizzarla. (sfiducia in partenza nei brevetti, nel senso che è difficile che l'inventore alla fine possa trarre tutti i guadagni che merita dalla sua invenzione. Questa politica che c'è sempre stata in Italia ha portato alla fuga all'estero Meucci, Marconi e Fermi inventori di telefono, radio e reattore nucleare).
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MA GLI AFORISMI più belli sono quelli sui giovani:
La gioventù deve fare esattamente ciò che pensa. L'importante è che non smettiate di essere giovani. (CHE)
La giovinezza è un male del quale si guarisce giorno per giorno. (Mussolini)
Un peccato di gioventù è quando si è giovani e non lo si commette. (Hitler)
Penso che gli ultimi 3 aforismi sono quelli che descrivono meglio questi discussi personaggi:
il CHE aveva una fiducia totale dei giovani, perchè sapeva benissimo che l'adolescente e il giovane sono rivoluzionari di natura.
Hitler aveva un concetto "carpe diem" della gioventù.
Mussolini la vedeva come una malattia, da qui il sospetto che il fascismo in realtà non sia stato un movimento rivoluzionario.
Calligrafia di Stalin
Fabio Marinelli 2009-2010.
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